Venezia, where is the exit? E’ questa la domanda che alcuni gestori di attività di Venezia mi hanno confessato si sentono spesso fare. Una domanda che ci riporta immediatamente al fenomeno della Disneylandizzazione delle città. Ma di cosa si tratta? Ne ho parlato con Angelo Presenza, ricercatore presso il Centro Studi sul Turismo, Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi del Molise, dove insegna Destination Management e Creazione e Gestione delle Imprese turistiche.
Disneylandizzazione della città
Turismo sotenibile
Come sapete in queste settimane ho iniziato un ciclo di interviste che hanno come tema il tursimo sostenibile. Parlando con esperti in tema di cambiamento climatico e turismo responsabile, emergono sempre nuove informazioni ed anche nuove parole, che raccontano le diverse sfaccettature del cambiamento in atto nel mondo del turismo e le relative problematiche.
Da luoghi a nonluoghi
Oggi parliamo del fenomeno della Disneylandizzazione della città, una conseguenza estrema del turismo di massa. Angelo Presenza, con cui abbiamo già affrontato il tema dell’overstourism e le sue ripercussioni su local e turisti, ci spiega di seguito di cosa si tratta:
“In molte città del mondo aumentano le proteste contro il sovraffollamento di turisti e il boom di affitti su Airbnb e su piattaforme concorrenti di home sharing. Una critica che spesso viene mossa a questi nuovi player del mercato turistico è che contribuiscono fortemente nel trasformare interi quartieri delle città più blasonate in “nonluoghi”, diventando delle piccole Disneyland.
Con l’aumentare del numero di posti letto affittati ai turisti, spariscono dal mercato immobiliare tradizionale numerosi appartamenti se non addirittura palazzi interi, i prezzi aumentano e la ricerca di una casa da parte dei cittadini che vivono e lavorano nelle città viene ostacolata. In questo modo, il luogo che in principio attraeva turisti proprio perché possedeva una sua personalità, un suo genius loci dato dal suo essere autentico, si svuota di identità e diventa anonimo, omologato agli standard del turismo di massa. Perde quel ruolo di centro della vita culturale, sociale e politica dei suoi abitanti e si trasforma in cittadella del consumo stracolma di case vacanze, negozi di souvenir, temporary shop e fast food ad uso e consumo del turismo di massa, ma svuotata della sua comunità locale e di tutte le risorse culturali, naturali e paesaggistiche che nel corso degli anni hanno contribuito a fare di quel luogo un posto interessante da visitare.
E’ evidente che gli operatori del turismo singolarmente e le destinazioni turistiche nel loro complesso saranno sempre con maggior intensità chiamati a comprendere i cambiamenti in atto e a promuovere strategie innovative capaci da un lato di intercettare i nuovi bisogni del turista moderno e dall’altro di rispondere efficacemente alle eventuali criticità che una rivoluzione del genere produce. “.
Venezia città simbolo della Disneylandizzazione
La nostra amata Venezia, con la sua meravigliosa Piazza San Marco, i tanti gioielli nascosti e una conformazione unica, che la rendono assolutamente irripetibile, è spesso presa come esempio del fenomeno della Disneylandizzazione. Venezia sta davvero diventando un nonluogo? Finiremo per perderla definitivamente tra le ondate dei 23 milioni di turisti che la visitano ogni anno, o la Serenissima riuscirà a mantenere la sua magia nonostante questa “invasione”? E come gestiranno il fenomeno le altre città d’arte e mete prese d’assalto in tutto il mondo dal turismo di massa?
Temo lo scopriremo solo vivendo. Ma spero che prendere coscienza di questi cambiamenti possa aiutarci anche ad essere, in primis, dei turisti e viaggiatori migliori.