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Arte e Coronavirus: l’arte di Vanessi dal Lago di Garda diventa virale

Arte e Coronavirus. Lungo le sponde del Lago di Garda si cela un fermento artistico e creativo che si palesa solo agli occhi del viaggiatore che vuol guardare. Tra gli artisti contemporanei più interessanti possiamo sicuramente annoverare Patrizio Vanessi, verone doc, che ha svelato proprio in questi giorni la sua opera Apocalypse, ispirata alla pandemia di nuovo Coronavirus, che sta così profondamente segnando e mutando la vita degli abitanti di un’intero pianeta. Ho incontrato Patrizio nel suo Atelier per saperne di più!

Arte e Coronavirus

Un evento storico di una tale portata non poteva che influenzare anche la visione artistica degli artisti contemporanei di ogni angolo del pianeta, i quali, ognuno con il proprio sentire e pensiero, hanno catturato con la loro arte la pandemia di Coronavirus. Tra questi c’è Patrizio Vanessi, che con la sua opera Apocalyse, ha letteralmente messo sotto vuoto e sigillato questa nuova forma virale.

Patrizio Vanessi

Patrizio Vanessi, nato a Legnago, in provincia di Verona, classe 1953, inizia la sua produzione artistica sin da giovanissimo e negli anni spazia e sperimenta tipologie di linguaggio visivo e tecniche di comunicazione diverse e distanti tra loro. Le sue opere sono apprezzate non solo a livello locale, ma in tutto il mondo e la sua arte viaggia a Basilea, Toronto, New York, Miami, Praga, Colonia, per citarne alcune delle città che hanno accolto le sue esposizioni. In questi ultimi mesi Vanessi vive un momento particolarmente prolifico, il suo Atelier viene letteralmente sommerso da tele, che sembrano condurre inesorabilmente verso l’Apocalypse, quasi il suo istinto avesse percepito il virus in agguato.

Apocalypse: l’arte e il Coronavirus

Più che un’opera d’arte Apocalypse di Patrizio Vanessi è un vero e proprio progetto artistico che si esprime attraverso una performance, un video, un’opera ed una poesia, che potrete scoprire di seguito. Per finire ho chiesto a Patrizio di rispondere a qualche domanda per approfondire il mondo che si cela dietro alla sua creazione che vede protagonisti l’arte e il Coronavirus.

Il video della performance artistica

La Poesia “Apocalypse” di Patrizio Vanessi

Assenza

Non ti vedo
Non ti sento
Non ti assaporo
Non ti tocco
Non ti posso pensare
Non ti posso immaginare
Non ti so descrivere
Non ti odo arrivare

Ma

Sento parlare di te
Della tua forza
Della tua cattiveria
Della tua collera
Del tuo incedere
Del tuo invadere
Del tuo sterminio
Della tua superbia
Della tua incuranza

Senza pietà
Senza logica
Senza ragione
Senza motivo
Senza rumore
Senza fanfare
Senza tuoni
Senza alabarde
Senza coccarde

Terribile perché sconosciuto
Pauroso perché impalpabile
Funereo perché asettico
Imparziale perché irrazionale

Forse ci vuoi dire qualcosa
Forse ci vuoi indicare una via
Forse ci vuoi far pensare
Forse ci vuoi far toccare

Questa nostra infinitesimale essenza
E senza lasciare scampo
Soffi la tua veemente sciagura

Perché tu sei il giusto frutto
Di una apocalisse annunciata
Dove il bianco cavallo ha dispiegato battaglie
Il cavallo rosso ha seminato violenza
Il cavallo nero ha dispensato carestia

E tu cavallo verde
Putrido ed evanescente
Ci hai regalato
Questa santa e benedicente

Peste

Incoronata

Vanessi – apocalypse

L’opera Apocalypse

Apocalypse : opera d'arte di Patrizio Vanessi ispirata dal Coronavirus

Intervista a Patrizio Vanessi

Come è nata l’esigenza di catturare il virus attraverso un progetto artistico?

Penso sia il minimo “sindacale”per un artista oggi cercare di interpretare un evento di questa portata epocale. Nel mio caso già ho cercato di partecipare con il mio lavoro in altri due momenti significativi e drammaticamente segnanti la nostra esistenza: La caduta delle torri gemelle dell’11 settembre 2001 e la morte di Wojtyla il 2 aprile del 2005. Anche in quelle occasioni ho sentito la necessità diciamo “spirituale” di lasciare un segno con la mia opera che interpretasse un sentimento universale. In questo ultimo caso il 5 marzo ho pensato,vista la implicazione planetaria, di trasferire l’opera su tre livelli: 1 video, una poesia e l’opera fisica finale che sarà riprodotta in 50 esemplari.

Ph. Emanuela Esquilli

L’opera mostra 4 colori, ci spieghi il loro significato?

L’opera prende spunto dal libro dell’Apocalisse di Giovanni 6,1-8 in cui i quattro cavalieri dell’Apocalisse rappresentano:

  • Il cavaliere Bianco: la conquista militare
  • Il cavaliere Rosso: violenza e stragi
  • Il cavaliere Nero: La carestia
  • Il cavaliere Verde: la Pestilenza e morte

Tutti questi colori / simbolo si ritrovano nell’opera ed ognuno è parte di un gesto creativo che passo per passo costruisce la “trappola”. Un rituale surreale che mette in campo le stesse quattro forze dell’Apocalisse per imbrigliare il nemico.
Un tavolo a tre piedi carico di esoterismo diventa il campo di battaglia dove vengono dispiegati i 4 elementi, ognuno a rappresentare i mali oramai parte del nostro esistere ma nello stesso tempo diventati alleati.

Perché definisci la peste “santa” e “benedicente”?

I Santi nella cultura cattolica hanno sempre un’aurea di mistero divino / terreno che ben interpreta il confronto con questo virus impalpabile (divino) ma micidiale (terreno).
Il gesto “Benedicente” rappresenta un’azione di aspersione classica del celebrante che “benedice” i presenti inondandoli di gocce di acqua benedetta proprio come il virus “contagia” chiunque usando l’acqua del corpo umano come trasmettitore. Un parallelo forte ma che ben rappresenta, in chiave invertita, l’agire del bene contro l’azione del virus malefico.

Perché la scelta di raccontare Apocalypse attraverso una performance, un’opera, un video e una poesia?

Forse perché sono forme artistiche che mi sono “facili” da usare per rappresentare un momento così imponderabile che solo la somma di queste tre arti poteva racchiudere e rappresentare.
Diciamo comunque che in questa triste ma spero positiva (per il genere umano) occasione il mio istinto mi ha portato a usare un linguaggio interdisciplinare e mi auguro di essere riuscito nell’intento.

Ph. Emanuela Esquilli

Questa pandemia secondo te influirà sul mondo artistico anche nel lungo periodo e se sì, come?

Come tutte le grandi tragedie vediamo che, dopo un primo momento di disorientamento e riflessione, il genere umano ha sempre l’abitudine forse atavica di rimuovere il male e le esperienze che hanno segnato il proprio percorso esistenziale per riprendere “il cammino” nel segno della proiezione positiva futura. Cosa resterà quindi? Sicuramente una annotazione nei libri di storia futura riassunta in 3 righe che reciterà: il 31 dicembre del 2019 un’altra calamità (come altre nei tempi passati) si abbatté sull’umanità mietendo x milioni di persone ma si risolse in qualche mese e poi il mondo ripartì inseguendo i suoi sogni e riprendendo gli errori di sempre. Così il mondo dell’arte, fino a ieri preso a rincorrere i suoi sogni fatti di esteriorità e di business. Forse si porterà a casa qualche briciola di esperienza sui valori del fare o vivere l’arte ma poi ripartirà la macchina infernale e “virale” del lucro e del successo propri di questo fantastico e perverso mondo dello Star Art System.

Apocalypse mi ricorda un moderno vaso di Pandora. Chi sarà questa volta a liberare la speranza?

Questo progetto infatti ha due tipi di lettura: Quella positiva della “cattura” di un male impalpabile e quindi terribile proprio perché incontrollabile e quella negativa che diventa monito, per chi vorrà capire, che questo vaso/trappola potrà sempre essere aperta, proprio dalla nostra comune imbecillità, e la trappola trasformarsi in un incubatoio di altro male e tragedia per il genere umano. La risposta, positiva o negativa, starà esclusivamente in noi e nelle generazioni future le quali forse, e sottolineo forse, ricorderanno il 31 dicembre 2019 facendone tesoro e strumento di crescita interiore e sociale.

Roberta Ferrazzi
Roberta Ferrazzi

Ciao! Sono Roberta Ferrazzi, travel blogger fondatrice e manager di LeCosmopolite.it, il blog dedicato alle donne viaggiatrici. Arilicense di origine, sono nata e cresciuta sulla sponda veneta del Lago di Garda, e milanese di adozione, sono una consulente in comunicazione online e offline con pluriennale esperienza nel mondo del lusso a livello internazionale (Roberta Ferrazzi Communication). Il mio ufficio è il mio computer. Potrete trovarmi spesso sul Lago di Garda, a Milano, a Roma, a Parigi e ovunque il desiderio di scoperta mi conduca.
Amo l’arte, il design, la moda, la musica e il ballo (il tango in particolare), il buon cibo e le grandi tazze di caffè. Viaggio spesso in solitaria alla scoperta di nuove culture o alla ricerca di un po’ di relax.
Mi potete contattare a questo link! ;)

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