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Progetto Montagne Pulite: intervista a Marcello Martinoni

Noi Cosmopolite amiamo condividere le nostre esperienze di viaggi, farvi conoscere nuovi posti e culture, darvi consigli di viaggio, ma non solo… non perdiamo l’occasione per raccontarvi i luoghi che visitiamo anche attraverso gli occhi degli esperti: il protagonista di oggi è Marcello Martinoni, coordinatore del progetto Montagne Pulite.

Montagne Pulite

Montagne Pulite, un nome molto esplicativo, perfetto per il progetto di cui sono venuta a conoscenza durante un’escursione di trekking alla Capanna Tamaro, nelle valli del Ticino, in compagnia dei miei fidati amici di trekking. Sorseggiando una bevanda alla betulla presso il rifugio, ho incontrato i gerenti del rifugio Jonatha e Sueli, e mi sono incuriosita sul progetto Montagne Pulite, tanto che ho voluto intervistarne il fondatore, Marcello Martinoni, per scoprirne di più. Se amiamo le montagne e le apprezziamo per come sono e per i bellissimi panorami che ci offrono, è bene saperle rispettare e valorizzare in modo consapevole.

Ecco come, buona lettura!

  • Il Progetto Montagne Pulite nasce a tutela del territorio e con l’obiettivo di sensibilizzare le persone al rispetto della montagna e al corretto smaltimento dei rifiuti. Marcello come è nato questo progetto?

Il progetto Montagne Pulite nasce da una preoccupazione: sempre più persone frequentano la montagna e i rifiuti generati aumentano, ma come gestirli in maniera eco-sostenibile?
Il progetto, che inizia la sua attività nell’inverno del 2015-2016, è promosso dal Dipartimento del territorio del Canton Ticino, in collaborazione con la Federazione alpinistica ticinese (Fat) e il Cas Ticino, e gode del sostegno di diversi partner.
Montagne Pulite viene concepito con un approccio più preventivo che punitivo e agisce principalmente su due fronti: da una parte coinvolge gli utenti della montagna cercando di sensibilizzarli alla tematica, e dall’altra coinvolge i gestori delle capanne alpine, trovando insieme a loro soluzioni concrete per una gestione eco-sostenibile delle loro strutture.
Se chi frequenta regolarmente la montagna è molto appassionato ed è solitamente attento agli aspetti ecologici, gli utenti più occasionali sono spesso meno sensibili. Alcuni purtroppo non sono coscienti che un rifiuto abbandonato anche se biodegradabile impiega più di due mesi a decomporsi, rovina il paesaggio e rappresenta un pericolo per gli animali della zona. Inoltre, non tutti conoscono le difficoltà che i gestori dei rifugi affrontano per smaltire i rifiuti. Molti di loro devono per esempio effettuare dei voli con un elicottero per portare a valle il materiale, causando importanti costi di gestione.
Anche se esiste già molta sensibilità per il tema del littering in quota dunque, il problema esiste e si pone soprattutto nelle zone molto frequentate e facilmente raggiungibili da frequentatori non esperti.

  •  Gli amanti della montagna sono sempre molto attenti alle tematiche ecologiche, come è stato accolto il progetto e quali sono i riscontri che avete avuto? Il Progetto Sherpa è nato in concomitanza al progetto Montagne Pulite?

Dove si sono attivati i gestori delle capanne, i riscontri che abbiamo ricevuto fino ad ora sono molto positivi: come dice lei chi frequenta la montagna è di norma un amante della natura, ed è felice di contribuire alla sua preservazione. Il progetto Sherpa, è nato dopo l’implementazione del progetto Montagne Pulite nell’estate 2017. Oltre a rendere attenti i frequentatori delle capanne alpine alle difficoltà causate dalla gestione dei rifiuti in alta quota, dà loro la possibilità di sentirsi utili compiendo un gesto concreto. Chi lo desidera ha infatti la possibilità di portare a valle un sacchetto di stoffa con una dose di rifiuti della capanna, si occuperà poi di smaltirli in modo corretto a valle. Il progetto Sherpa ha suscitato grande entusiasmo, basti pensare che nelle capanne che aderiscono ora per il secondo anno di fila, alcuni visitatori che avevano già preso un sacchetto di rifiuti l’estate scorsa, si sono ripresentati anche quest’anno cercandolo. Altre persone trovano che sia un ottimo progetto e vorrebbero implementarlo anche in altri Paesi: un visitatore della Capanna Tamaro, ad esempio, ha commentato che sarebbe interessante implementare questo progetto in Nepal.

  • Al progetto Montagne Pulite aderiscono ad oggi 21 capanne della zona del Ticino. Avete in programma l’espansione del progetto ad altri rifugi ubicati anche in altre zone? Cosa deve fare un rifugista per aderire al progetto?

Il progetto Montagne Pulite è continuamente in espansione, basti pensare che da quando lei ha visitato il Ticino ad oggi… la lista di capanne aderenti è già aumentata! Sono infatti 22 le capanne aderenti al progetto. Per noi è fondamentale che chi aderisce al progetto sia interessato al tema e abbia voglia di mettersi in gioco per trovare nuove soluzioni eco-sostenibili. L’adesione implica la partecipazione agli incontri di scambio di “buone pratiche” tra i gestori delle capanne, la condivisione delle proprie esperienze e l’utilizzo del materiale messo a disposizione in maniera adeguata e utile.
Per quanto riguarda la diffusione del progetto, il sito e i materiali sono disponibili in 4 lingue, si può dunque certamente pensare a nuove forme di collaborazione per l’espansione in altre zone.

  • Noi Cosmopolite siamo sempre curiose di conoscere usanze e costumi dei viaggiatori e dei luoghi che frequentano. C’è qualche consiglio che volete condividere coi viaggiatori e in particolare con chi viaggia in montagna?

Sì, oltre a non lasciare traccia della propria visita e portare con sé solo delle foto, noi facciamo attenzione a produrre meno rifiuti possibile. Questo significa lasciare a casa, prima di partire, imballaggi inutili. Bisogna inoltre ricordarsi che le capanne di montagna non sono alberghi. È quindi molto importante per i gestori sapere chi ha intenzione di pernottare: ricordiamoci di telefonare prima di recarci sul posto! Inoltre può essere simpatico chiedere ai gestori se hanno bisogno che portiamo loro qualcosa dal piano: un giornale, un chilo di pasta, un po’ di sale…
Oltre alla gestione dei rifiuti, i gestori delle capanne devono affrontare la difficoltà della gestione delle acque luride, sulla cui composizione intervengono i prodotti di pulizia, che devono avere il minor impatto possibile. A fine stagione infatti ciò che finisce nella fossa settica sarà smaltito nei prati adiacenti alla capanna. A questo pensano i gestori delle capanne, ma anche i frequentatori della montagna possono dare il loro contributo utilizzando prodotti per l’igiene ecologici e evitando di utilizzare i gabinetti delle strutture come cestini.

  • Considerata la vostra esperienza, quali suggerimenti vorreste dare ai viaggiatori per ridurre al minimo la produzione di rifiuti e sensibilizzarli al rispetto dell’ambiente che ci circonda?

La produzione di rifiuti ha molto a che vedere con il consumo. La scelta di consumare in maniera responsabile e la comprensione che tutto ciò che scegliamo di consumare ha un forte impatto sull’ambiente, e non solo, sono il primo passo verso una minor produzione di rifiuti. A chi frequenta la montagna consigliamo inoltre di ridurre al minimo gli imballaggi dei prodotti che si portano con sè, e soprattutto di informarsi sugli effetti della gestione dei rifiuti e delle acque luride per i gestori delle capanne alpine.

  • Ultima domanda promesso. Noi Cosmopolite siamo sempre alla ricerca di luoghi da esplorare, culture da conoscere e usanze da scoprire, siamo in continuo movimento e in costante evoluzione. E voi come definireste un/una Cosmopolita?

Cosmopolita per noi è una persona aperta a nuove idee e curiosa di conoscere le novità. Siamo sicuri che le cosmopolite, oltre ad aprire le proprie braccia alle nuove culture, apriranno anche i loro zaini… per portare a valle tutti i rifiuti generati in alta quota!

… e noi Cosmopolite abbiamo accolto la sfida ed eccoci qui alla Capanna Tamaro col nostro sacchettino di rifiuti da portare a valle, orgogliose di sostenere il progetto Sherpa!

Ringraziamo Marcello Martinoni e gli facciamo un grosso “in bocca al lupo per il progetto”.

Noi ci vediamo alla prossima intervista!

Laura Ronchi
Laura Ronchi

Avete detto viaggio? Eccomi.
Sognatrice e sempre pronta a scoprire il mondo, se poi si tratta di viaggi avventura ancora meglio.
Account digital di professione, sportiva di natura, designer di gioielli per vocazione... tra un viaggio e l'altro... penso alla prossima meta!
Nei miei articoli troverete suggerimenti e idee sulla vostra prossima meta o semplicemente suggestioni per spronarvi a partire se ancora non l'avete fatto.

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