fbpx

La Biennale di Venezia 2017: cosa vedere in 2 giorni

La Biennale di Venezia 2017 è un viaggio nell’arte contemporanea mondiale da non perdere. La cornice poi è senz’altro d’eccezione: Venezia, una città che come ormai avrete intuito ci portiamo nel cuore e di cui ci innamoriamo follemente ad ogni incontro.

Biennale Venezia cosa vedere

Se non siete ancora riusciti a visitare La Biennale Venezia, non preoccupatevi perchè c’è tempo fino al 26 novembre! Anzi, approffittare di una bella giornata d’autunno vi preserverà dal cammniare sotto il solleone e – incorciando le dita – significherà avere anche meno turisti per le stradette di Venezia.

Il tema che fa da filo conduttore de La Biennale di Venezia 2017 è “Viva Arte Viva”.

“È un sì alla vita, certamente seguito da un ma, in un momento di disordine globale. Più che mai, il ruolo, la voce e la responsabilità dell’artista appaiono dunque cruciali nell’insieme dei dibattiti contemporanei. È grazie alle individualità che si disegna il mondo di domani, un mondo dai contorni incerti, di cui gli artisti meglio degli altri intuiscono la direzione” spiega la curatrice Christine Macel, che dal 2000 ricopre il ruolo di curatore capo del Musée National d’Art Moderne Centre Pompidou di Parigi.

Vi proproniamo di seguito il nostro itinerario a piedi di 2 giorni a Venezia.

Una due giorni che vi porterà alla scoperta dei Giardini della Biennale, dell’Arsenale di Venezia e di alcuni dei tesori della Serenissima, compresi un paio di bacari!

Cosa vedere a Venezia

Giorno 1

Sveglia di primissima mattina e via verso la meta! Arrivata a Venezia in treno, che secondo me è il modo migliore per raggiungere la Laguna, sistemo i bagagli all’Hotel Papadopoli Venezia, che si trova a due passi dalla stazione, proprio accanto al Giardino Papadopoli, ed è un ottimo punto di partenza per visitare Venezia a piedi. Dopo un caffè nel giardino d’inverno dell’hotel ci incamminiamo verso Punta della Dogana.

The Golden Tower

La prima opera del giorno è The Golden Tower di James Lee Byars, che per la prima volta è stata esposta in un luogo pubblico. La torre dorata di 20 metri  si trova in Campo San Vio e fa parte del programma ufficiale de La Biennale di Venezia 2017. La scultura totemica dell’artista americano risale al 1976 ed è uno dei suoi lavori più ambiziosi. La sua copertura d’oro si riflette nella facciata a mosaico del vicino Palazzo Barbarigo. Ora…guardando l’immagine capirete da soli come mai, al di là dell’ambito puramente artistico, l’opera sia spunto per i molti, esilaranti commenti dei passanti… 😀 . 

Dopo aver curiosato nella collezione Peggy Guggenheim raggiungo la Basilica di Santa Maria della Salute.

Punta della Dogana – Treasures from the Wreck of the Unbelievable

Proprio accanto alla Basilica, a Punta della Dogana, si trova la mostra del famoso artista britannico Damien Hirst, esponente del gruppo conosciuto come Young British Artists (YBAs). In Treasures from the Wreck of the Unbelievable l’artista presenta 200 opere mai esposte prima, divise tra Palazzo Grassi e Punta Della Dogana. Una stupenda sirena blu è a guardia della punta!

Riva degli Schiavoni – Carole Feuerman

Continuo la mia giornata alla scoperta delle opere della Biennale in Riva degli Schiavoni, dopo una fermata di rito al Ponte dei Sospiri (quello originale!! 😀 ). La passeggiata fino ai Giardini della Biennale è lunga e meravigliosa. Arrivata al Giardino Della Marinaressa mi fermo a vedere la mostra a cielo aperto della scultrice americana Carole Feuerman, pioniera della scultura iperrealistica. Inizia la sua carriera negli anni ’70 e da sempre si ispira per le sue opere al nuoto e all’acqua.

Poco lontano ci sono anche le tartarughe giganti dipinte da sedici artisti della Repubblica delle Seychelles, un’opera dal titolo Slowly, Quietly che fa riflettere sui delicati equilibri del mondo naturale e della produzione artistica e artigianale locale.

Giardini della Biennale

Continuo per

  • Spanish window dell’artista Tracey Moffatt al padiglione Australia. Per l’occasione Moffat presenta la serie di fotografie dal titolo Body remembers che unisce il richiamo alla fotografia vintage ai grandi murales. Il titolo dell’opera si rifà al poema Body, remember del 1918 del poeta greco C. P. Cavafy: un’esortazione a ricordare il potere del desiderio, della passione e dell’amore proibito.
  • Venetian Rhapsody di Cody Choi al luminosissimo padiglione della Repubblica di Corea. Con le sue insegne colorate ricorda Las Vegas e i casinò di Macao, in una riflessione sullo “spettacolo del capitalismo globale”.
  • Gli artisti Grisha Bruskin, Recycle Group e Sasha Pirogova con il loro Theatrum orbi nel padiglione della Russia, in cui gli artisti russi vogliono rappresentare i peccati del mondo contemporaneo.
  • Xavier Veilhan con Studio Venezia nel padiglione della Francia, che viene trasformato per l’occasione in una cassa acustica altamente performante. Vari musicisti, invitati dall’artista, sono liberi di usare lo spazio a loro piacimento e senza vincoli…la performance è quindi a sorpresa!
  • Phyllida Barlow con la sua folly al padiglione dell’Inghilterra. Un labirinto scultoreo giocoso e deprimente allo stesso tempo.
  • Takahiro Iwasaki con Turned Upside Down, It’s a Forest nel padiglione del Giappone. Un viaggio nella poetica dei paradossi.
  • Mark Bradford con il suo progetto Tomorrow is another day nel padiglione USA. Un racconto del periodo di incertezza e violenza che caratterizza il mondo nel quale viviamo.
  • Erwin Wurm nel padiglione dell’Austria con One Minute Sculpture, che propone delle sculture comportamentali dove i visitatori sono chiamati ad seguire specifiche istruzioni per “viverle” ed esserne partecipi.
  • Jana Želibská con Swan song now nel padiglione della Repubblica Ceca e della Slovacchia.
  • Il Padiglione Venezia con i suoi gioielli preziosi, l’atmosfera misteriosa e abiti d’epoca.

Terminata la visita ai Giardini della Biennale mi muovo verso Ponte di Rialto e mi decidiamo per un giro in gondola a Venezia! (Molto turistico, ma da fare!)

Giorno 2

Hotel Ca’ Sagredo – Lorenzo Quinn

Prima opera del giorno è Support dell’artista italiano Lorenzo Quinn. Le due manone di circa 9 metri d’altezza, che escono dall’acqua quasi volessero sostenere il palazzo che accoglie lo storico Hotel Ca’ Sagredo sul Canal Grande, sono diventate di fatto il simbolo de La Biennale di Venezia 2017. Con quest’opera Quinn vuole porre l’accento sul problema del riscaldamento globale:

“Venezia è una città d’arte galleggiante che da secoli ispira cultura, ma per continuare a farlo necessita del supporto della nostra e delle future generazioni perchè è minacciata dai cambiamenti climatici e dal degrado“ afferma l’artista.

Mani Lorenzo Quinn

Arsenale di Venezia

A questo punto ci dirigiamo verso la mostra all’Arsenale di Venezia per la “seconda parte” della visita a La Biennale di Venezia 2017. Cosa ci è piaciuto di più?

  • La titanica scultura equestre di Caudia Fontes dal titolo The Horse Problem al padiglione dell’Argentina
  • La video installazione Love Story dell’artista sudafricana Candice Breitz, la quale propone 6 interviste a rifiugiati politici, alcune delle quali reinterpretate da Julianne Moore e Alec Baldwin. Una commovente riflessione sull’empatia.
  • La tenda sospesa Um Sagrado Lugar (A Sacred Place) del brasiliano Ernesto Neto al Padiglione degli Sciamani.
  • I grandi gomitoli colorati Scalata al di là dei terreni cromatici / Escalade Beyond Chromatic Lands dell’artista statunitense Sheila Hicks al Padiglione dei Colori.
  • Le goccie dorate Square dell’artista cinese Liu Jianhua al Padiglione del Tempo e dell’infinito.

QUALCHE INFORMAZIONE e CONSIGLIO

Roberta Ferrazzi
Roberta Ferrazzi

Ciao, sono ROBERTA FERRAZZI, travel blogger fondatrice e manager di LeCosmopolite.it - il blog al femminile per donne viaggiatrici che stai leggendo ora - Consulente in Marketing e Comunicazione crossmediale, Marketing Coach e Content Creator (RobertaFerrazzi.com). Arilicense di origine e milanese di adozione, vivo tra il Lago di Garda e Milano. Da sempre innamorata dei viaggi, non smetto mai di esplorare il mondo, scoprendo culture incredibili e luoghi mozzafiato. Adoro condividere le mie esperienze di viaggio ed itinerari attraverso il blog e spero di ispirarti a prendere la valigia e partire per avventure emozionanti anche in solitaria. In LE COSMOPOLITE ti parlo di piccolo e grandi avventure per il mondo, ma anche di come diventare travel blogger. Unendo il mio DNA del viaggiatore con la mia esperienza nel marketing crossmediale, ti spiego come trasformare la tua passione per i viaggi in una professione autentica e gratificante. Ricorda, ogni viaggio è un'opportunità per scoprire se stessi e il mondo che ci circonda. Preparati a partire e lasciati sorprendere dalle meraviglie che ti attendono!

Articoli: 337

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: Questo contenuto è protetto. © Copyright 2017-2023 Roberta Ferrazzi - LeCosmopolite.it. All rights reserved.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: